27 julho, 2007

||| Lontano da Manaus, no Il Manifesto.












«Non per nulla l'ispettore Jaime Ramos con il suo passato da comunista e il suo presente da gastronomo, traccia un percorso tutt'altro che singolare e non privo di una coerenza logica. Fra incontri che riecheggiano il Rilke delle Lettere a un giovane poeta («solitudini che si custodiscono, delimitano e salutano») e tratti di cupezza senile che la catarsi letteraria muta in compiacimento dei sensi («noi, i vecchi, abbiamo una certa amarezza attaccata alla pelle, e ci piace l'amaro del sigaro, una visita dal barbiere, un viaggio in treno») Lontano da Manaus sembra infine ruotare intorno alla nostalgia di un romanzo che non può più essere scritto. Ci rimane, per dirla con Maurice Blanchot, un infinito intrattenimento, un insensato gioco di scrivere sull'assenza, sulla diaspora, sulla solitudine. Riscrittura permanente di un «libro dell'inquietudine» che si arricchisce, a ogni cerchio della storia, di nuovo materiale letterario di risulta, di nuovo immaginario, di nuovi sogni.» Nando Vitale no Il Manifesto.

Outras críticas da edição italiana aqui.
Da edição francesa aqui.
[FJV]

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